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sabato 18 maggio 2024

Marco, Capitolo 7, Versetti 1-13

Allora si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate li vituperavano - i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non lavavano spesso le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame -. Quei farisei e scribi lo interrogarono: Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde? Ed egli rispose loro: Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini, la purificazione dei vasi e dei calici, e molte altre cose simili fate. E aggiungeva: Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: «Onora tuo padre e tua madre», e «chi maledice il padre e la madre sia messo a morte». Voi invece dite: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korbàn, cioè dono, quello che ti sarebbe dovuto da me, e non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre, annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte.

Beda: Gli uomini della terra di Genézaret, che sembravano meno dotti, non solo vengono loro stessi, ma portano anche i loro malati al Signore, così che possano toccare almeno la sua frangia. Invece i Farisei e gli Scribi, che dovevano essere i dottori del popolo, vengono al Signore non per chiedere guarigioni, ma per sollevare discussioni ponendoli delle domande.

Teofilatto: I discepoli del Signore, abituati a fissare gli occhi sule solo virtù, mangiavano semplicemente con le mani non lavate. Ora i Farisei, volendo trovare un'occasione, prendono questa e li rimproverano non come trasgressori della legge, ma delle tradizioni degli antichi.

mercoledì 1 maggio 2024

Marco, Capitolo 6, Versetti 35-44

Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: Questo luogo è solitario ed è ormai tardi; congedali perciò, in modo che, andando per le campagne e i villaggi vicini, possano comprarsi da mangiare. Ma egli rispose: Date voi stessi loro da mangiare. Gli dissero: Dobbiamo andar noi a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare? Ma egli replicò loro: Quanti pani avete? Andate a vedere. E accertatisi, riferirono: Cinque pani e due pesci. Allora ordinò loro di farli mettere tutti a sedere, a gruppi, sull'erba verde. E sedettero tutti a gruppi e gruppetti di cento e di cinquanta. Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli perché li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono e si sfamarono, e avanzarono dodici ceste piene di frammenti di pane e anche dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

Teofilatto: Notate il progresso dei discepoli di Cristo in ciò che concerne la carità fraterna: essi hanno compassione della folla, intercedono per essa, e, per questo si avvicinano a Cristo. Ma il Signore volle provare se la loro fede faceva loro credere che egli poteva nutrire una moltitudine. Beda: Dicendo ciò, egli provoca gli Apostoli a rompere essi stessi il pane, per far loro constatare che essi non avevano nulla, e per rendere questo miracolo più evidente.

Teofilatto: Egli guarda al cielo per insegnarci che dobbiamo chiedere il nostro nutrimento a Dio, e non al diavolo, come fanno coloro che ricevono il pane da un lavoro ingiusto. Con ciò mostrava anche che egli non era nemico di Dio, ma che lo pregava. Egli dà il pane ai discepoli per servirlo alle folle. Cosi che, avendo il pane fra le loro mani, questo miracolo non abbia più nulla di dubbioso per loro, ma del tutto evidente ai loro occhi.
Segue:
Tutti mangiarono e si sfamarono, e avanzarono dodici ceste piene di frammenti, affinché il miracolo paresse ineffabile quando si vedeva ogni Apostolo ritornare carico di una delle ceste. C'era lì l'opera di una potenza sovrabbondante, non solo perché furono nutriti tanti uomini, ma anche perché furono raccolti tanti cesti. Se Mosè dava la manna, non dava a ciascuno se non il necessario, e il resto era subito guastato dai vermi. Elia, nutrendo la vedova, non le dava più del necessario. Gesù solo, come Signore, agiva in maniera sovrabbondante.

sabato 27 aprile 2024

Marco, Capitolo 6, Versetti 30-34

Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù, e gli riferirono tutto ciò che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro: Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un poco. C'erano infatti molti che venivano e tornavano, e non avevano più nemmeno il tempo di mangiare. E saliti sulla nave andarono in un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono a correre là a piedi e li precedettero. Sbarcando, Gesù vide molta folla e ne ebbe compassione, poiché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Teofilatto: Apprendiamo anche noi, quando saremo invitati per un ministero qualunque, a non diventare estranei a colui che ci ha invitato, a non oltrepassare la nostra missione, ma a ritornare a colui che ci ha invitato e a rendergli conto di tutto ciò che abbiamo insegnato e fatto. Beda: Poiché non bisogna solo insegnare, ma anche fare. Ora, non solamente gli Apostoli annunciano al Signore ciò che hanno fatto e ciò che hanno insegnato, ma anche ciò che ha sofferto Giovanni durante la loro predicazione: essi e i discepoli di Giovanni, così come riferisce Matteo, lo annunciano al Signore.

Teofilatto: Il Signore si ritira nel deserto per umiltà, e portando i discepoli per farli riposare ci insegna che quanti lavorano nella parola e nell'azione meritano di riposare, e non devono continuamente lavorare.

Beda: L'Evangelista esprime la necessità in cui si trovava il Signore di far riposare i discepoli; qui si dimostra la felicità di quel tempo in cui tale era lo zelo degli uditori e il lavoro degli insegnanti.

Beda: Non solamente i discepoli, ma anche il Signore con loro; insieme navigarono verso un luogo solitario, come riferisce Matteo. Egli prova così la fede della folla, e facendosi seguire nel deserto constata quale desiderio essi hanno di ascoltarlo. E questa folla, seguendolo non su animali o veicoli di qualsiasi tipo, ma attraverso le fatiche di un cammino a piedi, mostra chiaramente quanto grande sia il suo desiderio di salvarsi.

lunedì 15 gennaio 2024

San Girolamo - Vita Dissipata

dalla Lettera XLIII


Basta che protraiamo la lettura (della Sacra Scrittura) che ci viene da sbadigliare, da reprimerci lo stomaco, da stropicciarci la faccia con le mani; e come se avessimo già lavorato troppo, ci ributtiamo in occupazioni profane. Non parlo poi dei pranzi che ci aggravano la pesantezza dell'anima. E mi fa pure vergogna parlare delle visite così frequenti, sia di quelle che ogni giorno rendiamo agli altri, sia di quelle che riceviamo in casa nostra. In esse si finisce per parlottare, la con­versazione va per le lunghe, si tagliano i panni agli assenti, pas­siamo in rassegna la vita altrui... e rosicchiandoci l'un l'altro fi­niamo di ingoiarci a vicenda. E questo è il cibo con cui ci in­tratteniamo e ci congediamo. Quando poi gli amici se ne sono andati, regoliamo i conti anche con loro! Un giorno è l'ira a farci fare la parte del leone, e un' altra volta è un affanno proprio inutile, dato che ci impensierisce troppo in anticipo su problemi che dovrebbero essere centelli­nati in parecchi anni: e non ci succede mai di pensare alle pa­role del Vangelo: «Pazzo che sei! Questa stessa notte ti verrà chiesta l'anima; di chi saranno i beni che hai accumulato?». Si va in cerca di vestiti non per lo scopo cui servono, ma per civetteria. C'è in vista un guadagno da qualche parte? I piedi mettono le ali, la. lingua si anima, si tende l'orecchio. Se ci mettono al corrente: di qualche dissesto - come può succe­dere spesso in economia domestica - il volto s'oscura di tri­stezza. Saltiamo dalla gioia per uno scudo guadagnato, e poi la perdita di un obolo ci butta a terra. Che alternanza di umori nella stessa persona! Per questo il Profeta supplica il Signore con queste parole: «o Signore, fa' scomparire dalla tua città la loro immagine!». Se è vero, infatti, che siamo stati modellati a immagine e somiglianza di Dio, sono i nostri vizi a metterci addosso tante maschere. Pro­prio come nelle rappresentazioni teatrali: l'attore è sempre il medesimo; ma ora, robusto, ti incarna Ercole; ora, effeminato, si muta in Venere ed ora si atteggia timidamente a Cibele. Così è per noi: sono tanti i nostri peccati? E di altrettante maschere, rispettivamente simili, ci rivestiamo.

sabato 9 dicembre 2023

San Girolamo - Il Battesimo di Gesù

dalle Omelie sul Vangelo di Marco


E fu battezzato nel Giordano da Giovanni. Straordinario atto di umiltà: Gesù, che non aveva peccati, viene battezzato come se fosse un peccatore. È nel battesimo del Signore che vengono rimessi tutti i peccati. Ma il battesimo di Giovanni è in certe modo una introduzione al battesimo del Salvatore. Resta vero, però, che l'autentica remissione dei peccati avviene nel sangue di Cristo, nel mistero della Trinità. E mentre usciva dall'acqua, Gesù vide il cielo spalancarsi. Tutto ciò che l'evangelista scrive, lo scrive per noi. Vuol dire dunque che noi, prima di ricevere il battesimo, abbiamo gli occhi chiusi e non vediamo le realtà celesti. E vide lo Spirito sotto forma di colomba scendere e arrestarsi su di lui. E una voce venne dal cielo: Tu sei il figlio mio prediletto, in te mi ritrovo. Gesù Cristo viene battezzato da Giovanni, lo Spirito Santo scende su di lui sotto forma di colomba, il Padre gli rende testimonianza dal cielo. Prendi nota, seguace di Ario, prendete nota voi eretici, come anche nel battesimo di Gesù c'è tutto il mistero della Trinità: è Gesù che viene battezzato, lo Spirito Santo discende sotto forma di colomba, il Padre parla dal cielo.

domenica 3 dicembre 2023

Marco, Capitolo 5, Versetti 35-43

Mentre ancora parlava, vennero da parte dell'arcisinagogo dicendo: Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro? Ma Gesù, udita la parola che dicevano, disse all'arcisinagogo: Non temere, soltanto abbi fede. E non ammise che alcuno lo seguisse, se non Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. E vennero nella casa dell'arcisinagogo e videro il tumulto e gente che piangeva e urlava molto. Ed entrato, disse loro: Perché vi turbate e piangete? La fanciulla non è morta, ma dorme. E lo deridevano; ma egli, fatti uscire tutti, prese il padre e la madre della fanciulla e quanti erano con lei, ed entrò dove si trovava la bambina. E tenendo la mano della bambina, le disse: Talità kum, che significa: Fanciulla, ti dico, alzati. E subito la fanciulla si alzò e camminava (era di circa dodici anni) e si stupirono molto. E comandò loro con forza che nessuno sapesse questo e disse di darle da mangiare.

Teofilatto: Coloro che erano con l'arcisinagogo pensavano che Gesù fosse uno dei profeti, e a causa di ciò fosse necessario che egli venisse per pregare sulla fanciulla; ma poiché la fanciulla era già spirata, ritenevano che non ci fosse da pregare; per questo si dice: Mentre ancora parlava, vennero da parte dell'arcisinagogo dicendo: Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro? Ma il Signore stesso rincuorò il padre; segue infatti: Non temere, soltanto abbi fede.

Segue: E vennero nella casa dell'arcisinagogo e videro il tumulto e gente che piangeva e urlava molto. Crisostomo: Egli comanda di non gridare, come se la fanciulla non fosse morta, ma addormentata; per cui segue: Ed entrato, disse: Perché vi turbate e piangete? La fanciulla non è morta, ma dorme. Girolamo: All'arcisinagogo viene detto: Tua figlia è morta; Gesù invece ha detto: non è morta, ma dorme. Entrambe le cose sono giuste, come se dicesse: è morta per voi, ma per me dorme. Beda: Per gli uomini infatti era morta, dato che non conoscevano il risuscitare; dormiva per Dio, nella disposizione del quale l'anima viveva e la carne che sarebbe risorta riposava. Per cui viene in uso presso i cristiani di chiamare dormienti quelli che non si dubita che risusciteranno.

Crisostomo: Per evitare l'ostentazione non permette a tutti di essere con lui; per avere però in seguito dei testimoni della divina virtù, sceglie in particolare tre fra i discepoli, e il padre e la madre della bambina, in quanto più necessari davanti a tutti. Vivifica poi la bambina con la mano e con la parola, per cui segue: E tenendo la mano della bambina, le disse: Talità kum, che significa: Fanciulla, ti dico, alzati. Infatti, essendo la mano di Gesù vivificante, vivifica il corpo morto, mentre la voce suscita chi giaceva; per cui segue: E subito la fanciulla si alzò e camminava.

martedì 10 ottobre 2023

San Girolamo - La Vocazione

dalle Omelie sul Vangelo - Vocazione  (1)

Poco più avanti vide Giacomo di Zebedeo e suo fratello Giovanni che se ne stavano sulla barca a riparare le reti. Subito li chiamò, ed essi, lasciato il padre Zebedeo con gli aiutanti sulla barca, lo seguirono. Qualcuno potrebbe dire:Ma è una fede pazzesca questa. Avevano assistito a qualche fatto straordinario? Quale maestosità avevano visto in lui da seguirlo subito appena chiamati? Qui, sicuramente, ci viene dato da capire che anche gli occhi di Gesù e il suo volto spiravano un alcunché di divino, tale da convertire facilmente chi buttava lo sguardo su di lui. Non si spiega altrimenti perché l’abbiano seguito solo perché Gesù ha detto loro «seguitemi».La realtà è questa, che se l’avessero seguito senza una ragione plausibile, più che di fede bisognerebbe parlare di temerarietà. Facciamo il caso che io me ne stia tranquillamente seduto, e un passante qualunque mi dica: vieni e seguimi, e io gli vado dietro, si può forse parlare di fede?Cosa voglio dire, insomma? Che la parola del Signore è di per se stessa operativa: qualunque cosa dicesse, si effettuava. Se è vero infatti che «ciò che lui ha detto si è subito realizzato, gli è bastato comandare per creare» (Sal 148, 5): qui è sicuramente successa la stessa cosa: lui li ha chiamati, e di conseguenza essi l’hanno seguito.

dalla Lettera 118 - Vocazione  (2)

Non vorrei che al Signore offrissi solo le cose che un ladro può rubarti, che un nemico ti può saccheggiare o che puoi perdere con un esilio. Queste cose vanno e vengono; sono come delle ondate, come dei flutti: se ne impossessano successivamente padroni sempre diversi. Insomma - per esprimermi con una sola frase comprensiva di tutto - sono cose, quelle, che, voglia o non voglia, quando muori te le lasci dietro. Offrigli invece ciò che nessun nemico ti può portar via e che nessun tiranno ti può strappare, ciò che potrà seguirti agl’inferi o piuttosto nel regno dei cieli, nella gioia del paradiso.

domenica 8 ottobre 2023

Marco, Capitolo 4, Versetti 35-40

E disse loro in quel giorno, fattasi sera: Passiamo all'altra riva. E lasciate le folle, lo prendono così com'era nella barca, e altre barche erano con lui. E venne una forte tempesta di vento, e gettava le onde sulla nave così da riempirla. Ed egli era a poppa e dormiva su un guanciale, e svegliatolo gli dissero: Maestro, non ti importa che periamo? E levatosi minacciò il vento e disse al mare: Taci, calmati! E il vento cessò, e si fece una grande bonaccia. E disse loro: Perché avete paura? Non avete ancora fede? Ed ebbero grande timore e si dicevano l'un l'altro: Chi è mai costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?

Crisostomo: Il Signore prese i discepoli perché vedessero il futuro miracolo, ma prese solo quelli, affinché gli altri non conoscessero che essi erano di così poca fede; e così, per mostrare che gli altri attraversavano separatamente, aggiunge: e le altre barche erano con lui. Affinché poi i discepoli non insuperbissero poiché erano stati scelti solo loro, permise che subissero il pericolo, affinché imparassero anche da ciò a sopportare virilmente le tentazioni: per cui segue: E venne una forte tempesta di vento. E per imprimere maggiormente il futuro miracolo dà il tempo al timore, dormendo; per cui segue: Ed egli era a poppa e dormiva su un guanciale. Se infatti fosse stato sveglio, o non avrebbero temuto e non avrebbero fatto la domanda una volta sorta la tempesta, oppure non avrebbero ritenuto che egli facesse ciò.

Glossa: Dal movimento del mare sorge un certo suono, che sembra essere una certa locuzione del mare che minaccia un pericolo; quindi convenientemente, sotto una certa metafora, comanda la tranquillità con la parola della taciturnità; come anche nel trattenere i venti, che con la loro violenza conturbano il mare, proferì una minaccia. Infatti coloro che hanno potere sono soliti frenare con la minaccia di pene coloro che con la violenza turbano la pace degli uomini. Con ciò dunque viene dato a intendere che come un re può frenare con la minaccia i violenti e con i suoi editti mitigare il mormorio del popolo soggetto, così Cristo, essendo re di tutte le creature, con la sua minaccia frenò la violenza dei venti, e orinò al mare la taciturnità; cessò il vento, che era stato minacciato, e si fece grande bonaccia, cioè nel mare, a cui aveva ordinato la taciturnità.

sabato 30 settembre 2023

San Girolamo - Maria e Giuseppe

da "Contro Elvidio. La perenne verginità di Maria",

Come non neghiamo le cose che sono state scritte, cosi rifiutiamo quelle che non sono state scritte. Crediamo che Dio sia nato da una vergine poiché l’abbiamo letto; non crediamo che Maria abbia contratto nozze dopo il parto, perché non l’abbiamo letto. Certo non diciamo questo per condannare le nozze, poiché la verginità stessa è frutto di nozze, ma perché non ci sia possibile fare considerazioni fuor di proposito riguardo a uomini santi. Giacché, guardando alla possibilità in sé, potremmo affermare che Giuseppe abbia avuto più spose, dal momento che ne ebbero più di una Abramo e Giacobbe, e che da tali spose siano nati i fratelli del Signore, il che molti si immaginano con temerarietà non tanto pia quanto audace. Tu dici che Maria non rimase vergine; quanto a me, sostengo per di più che Giuseppe stesso fu vergine per mezzo di Maria, così che da nozze verginali nacque un Figlio vergine. Giacché, se la fornicazione è fuor di luogo in un uomo santo, e non sta scritto che egli abbia avuto un’altra sposa, egli fu allora piuttosto custode che marito di Maria, che si riteneva avesse in sposa: e altro non resta che rimanesse vergine con Maria colui che meritò di essere chiamato padre del Signore.

domenica 27 agosto 2023

Marco, Capitolo 4, Versetti 30-34

E diceva: A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio? O con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo dei semi che sono sulla terra, e quando è stato seminato, cresce e diventa il più grande di tutti gli ortaggi, e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra. E parlava loro con molte parabole tali, quando potevano udire; senza parabole non parlava loro. In disparte però spiegava tutto ai discepoli.

Glossa: Dopo che ha posto la parabola della fruttificazione del seme del Vangelo, qui aggiunge un'altra parabola per mostrare l'eccellenza della dottrina evangelica rispetto a tutte le altre dottrine.

Teofilatto: La fede del Verbo è piccolissima. Credi in Dio e sarai salvo. Ma la predicazione sparsa sulla terra si è dilatata ed è aumentata, così che i volatili del cielo, ossia gli uomini contemplativi, e quelli alti per intelletto e conoscenza, abitano sotto di essa. Quanti sapienti tra i Gentili, infatti, lasciando la sapienza, riposano sotto la predicazione del Vangelo? La predicazione infatti divenne la più grande di tutte.

Girolamo: Questo seme è minimo nel timore, ma grande nella carità, che è il maggiore di tutti i legami, perché Dio è carità, e ogni carne fieno. Fece poi dei rami di misericordia e compassione quando i poveri di Cristo, che sono gli animali del cielo, si dilettano di abitare sotto la sua ombra.

Segue: In disparte però spiegava tutto ai discepoli, cioè quelle cose che chiedevano da ignoranti, non solo manifeste ma anche non manifeste. Girolamo: Erano infatti degni di sentire separatamente i misteri nel profondo coloro che nel timore della sapienza, lontani dai tumulti dei cattivi pensieri, rimanevano nella solitudine delle virtù: la sapienza infatti viene percepita nel tempo dell'ozio.

sabato 26 agosto 2023

San Girolamo - Il Vescovo

dalla Lettera LXIX.

«Se uno desidera l’episcopato, desidera una carica buona» (1Timoteo 3,1): è una carica, non una dignità; è una fatica, non un piacere; è una carica che lo dovrebbe portare ad abbassarsi umilmente, non a gonfiarsi per aver raggiunto una vetta. «Bisogna che sia irreprensibile» (1Timoteo 3,2): Si vuole accettare un vescovo in piena regola? Si veda anzitutto se la sua condotta è irreprensibile, poi la lingua. Se uno, infatti, razzola in modo da distruggere quello che dice, perde tutta l'autorità di maestro.«Capace di insegnare» (1Timoteo 3,2): Dai vescovi, inoltre si esige anche la scienza. Effettivamente una condotta su cui non c'è nulla da ridire, ma è muta, se è di qualche utilità per l'esempio che dà, non è meno dannosa per il silenzio. La rabbia furiosa dei lupi deve essere messa a tacere dai latrati dei cani e dal bastone del pastore...

giovedì 24 agosto 2023

Marco, Capitolo 4, Versetti 26-29

E diceva: Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, anche il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Infatti la terra produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. E quando ha prodotto il frutto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura.

Crisostomo: Chiama regno di Dio la fede in lui e il mistero della sua umanità: il quale regno è come un uomo che getta la semente; ed è lui, che è Dio e Figlio di Dio, divenuto uomo senza mutamento della sua sostanza, che ha seminato la terra per noi, vale a dire che ha rischiarato il mondo intero con la parola della sua conoscenza divina.

Girolamo: Il seme è la parola della vita, la terra il cuore degli uomini, e l'addormentarsi dell'uomo è la morte del salvatore. Il seme cresce di notte e di giorno, poiché dopo il sonno di Cristo il numero dei credenti è cresciuto sempre più nelle avversità e nella prosperità quanto alla fede, ed è cresciuto nelle opere.

Teofilatto: Cristo dorme con la ascensione al cielo, dove, mentre sembra dormire, si leva spesso, sia durante la notte, richiamandoci al suo ricordo durante la prova, sia durante il giorno, quando ci salva mediante la preghiera.

Crisostomo: Dapprima produce l'erba nella legge di natura, avanzando lentamente verso la perfezione, poi produce le spighe da raccogliere in un mazzo e da offrire al Signore sull'altare, cioè nella legge di Mosè; infine il frutto pieno nel Vangelo: o perché non solo è necessario che produciamo foglie per obbedienza, ma anche che siamo prudenti, resistendo come delle spighe che si tengono ritte, non curandoci dei venti che agitano. Dobbiamo inoltre curare l'anima con l'assiduità della memoria, per portare frutto come delle spighe, cioè dimostrare la completa operazione della virtù.

Gregorio: L'uomo getta il seme in terra quando pone una buona intenzione nel suo cuore; dorme poi chi già riposa nella speranza della buona opera; sorge poi nella notte e nel giorno poiché progredisce tra le cose avverse e prospere. Il grano cresce senza che egli vi pensi, poiché nel momento in cui egli non può misurarne il progresso, l'energia che è stata concepita una prima volta avanza verso il suo completo sviluppo. È quando concepiamo dei buoni desideri che noi gettiamo il seme nella terra; quando cominciamo a operare rettamente siamo erba, quando cresciamo verso la perfezione delle buone opere giungiamo alla spiga; quando ci consolidiamo nella perfezione della stessa opera, la nostra spiga è piena di frumento.

giovedì 17 agosto 2023

Marco, Capitolo 4, Versetti 21-25

E diceva loro: Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere? Non c'è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per intendere, intenda. E diceva loro: Fate attenzione a ciò che udite. Con la stessa misura con cui misurate sarete misurati anche voi, anzi, vi sarà dato in aggiunta. Poiché a chi sarà dato, e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.

Crisostomo: Dopo l'interrogazione dei discepoli sulla parabola, e la spiegazione, bene aggiunge: E diceva loro: Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere?, come se dicesse: la parabola è stata detta non perché rimanga non manifestata o occulta, come sotto il moggio, o sotto il letto, ma perché sia manifesta a chi è degno. In noi la lampada è la luce intellettuale, che secondo la proposizione dell'illuminazione appare o chiaramente o oscuramente. Se infatti le meditazioni o i ricordi che nutrono tale lume e con cui la lampada viene accesa vengono trascurati, ben presto si estingue.

Teofilatto: Qui il Signore ammonisce i discepoli a essere luminosi secondo la vita e il comportamento, come se dicesse: come la lampada viene posta per risplendere, così tutti guarderanno la vostra vita. Quindi preoccupatevi di avere una vita buona e non sedete negli angoli, ma siate una lampada: infatti la lampada risplende se è posta non sotto il letto, ma nel lucerniere. Ed è necessario porre tale lampada sul lucerniere, cioè nell'altezza del comportamento che è secondo Dio, in modo che possa illuminare anche gli altri; non sotto il moggio, cioè intorno alla gola, né sotto il letto, cioè nell'ozio: infatti nessuno che si occupa dei cibi e ama il riposo potrebbe essere una lampada che illumina tutti.

Segue: Se uno ha orecchi per intendere, intenda. Beda: Cioè: se qualcuno ha la capacità di comprendere la parola di Dio, non si sottragga a ciò, e non converta ciò che ha udito in favole; ma la verità che ha parlato a costoro prepari l'orecchio a intendere, la mano ad agire, la lingua a predicare.

domenica 16 luglio 2023

Marco, Capitolo 4, Versetti 1-20

Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare e si raccolse intorno a lui una grande folla, così che, salendo su una barca, sedeva sul mare, e tutta la folla era lungo il mare sopra la terra. E insegnava loro con parabole molte cose e diceva loro nel suo insegnamento: Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare, e mentre seminava una parte cadde sulla strada, e vennero gli uccelli del cielo e la mangiarono; un'altra cadde sul terreno pietroso, dove non c'era molta terra, e subito crebbe, poiché non aveva la profondità della terra; e quando crebbe il sole la seccò, e poiché non aveva radice, inaridì; un'altra cadde tra le spine, e le spine crebbero e la soffocarono, e non diede frutto; un'altra cadde sulla terra buona, e dava frutto che saliva e cresceva, e dava una trenta e una sessanta e una cento. E diceva: Chi ha orecchi per intendere intenda. E quando fu solo i suoi, assieme ai dodici lo interrogavano sulla parabola. E diceva loro: A voi è stato dato di conoscere i misteri del regno di Dio; per quelli invece che sono fuori tutto avviene in parabole, affinché «vedendo vedano e non vedano, e udendo odano e non intendano, perché non si convertano e vengano loro rimessi i peccati». E disse loro: Non capite questa parabola? E come conoscerete tutte le parabole? Chi semina, semina la parola. Coloro poi che sono lungo la strada sono quelli nei quali viene seminata la parola, e quando la odono subito viene satana e porta via la parola seminata nei loro cuori. E questi sono similmente coloro che sono seminati sulle pietre, i quali, quando hanno ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi e sono incostanti; quindi, sorta la tribolazione e la persecuzione a motivo della parola, subito si scandalizzano. Altri sono quelli che vengono seminati sulle spine: questi sono coloro che ascoltano la parola, ma le preoccupazioni del secolo e l'inganno delle ricchezze e tutte le altre bramosie soffocano la parola e questa rimane senza frutto. E questi sono invece quelli che vengono seminati sopra la terra buona, che ascoltano la parola e l'accolgono e fruttificano uno il trenta, uno il sessanta e uno il cento.

Girolamo: La parabola è una comparazione di cose discrepanti per natura fatta sotto una certa somiglianza. Infatti parabola in greco significa somiglianza, quando indichiamo mediante certe comparazioni ciò che vogliamo che sia inteso. Così, infatti, diciamo che qualcuno è ferreo quando vogliamo che sia inteso come duro e forte; quando invece vogliamo indicare la velocità, lo compariamo ai venti e agli uccelli. Parla poi alle folle in parabole secondo il costume della sua provvidenza, cosicché quanti non potevano capire le cose celesti potessero cogliere le cose udite mediante una similitudine terrena.

giovedì 29 giugno 2023

San Girolamo - L'Educazione

dalla Lettera 107, a Leta.


Ed ecco il metodo pedagogico per un’anima che deve diventare tempio del Signore. Si abitui a non sentire nulla, a non parlare di nulla che non la porti al timor di Dio. Non deve sentir pronunziare parole volgari, deve ignorare le canzonette del mondo; la sua lingua, mentre è ancora tenera, deve impregnarsi della dolcezza dei Salmi. Le si facciano dei caratteri alfabetici o di bosso o d’avorio, e glieli si indichino col loro nome rispettivo. Ci si diverta pure: anche il gioco, così, le serve per istruirsi. Quando mette assieme le sillabe, le si dia un premio; anzi la si stimoli a farlo con quei regalucci che possono farle piacere alla sua età. Se è piuttosto lenta, non bisogna maltrattarla; le si deve stimolare la mente con dei complimenti. Per le difficoltà superate deve essere contenta, e deve sentir dolore quando non ci riesce. Bisogna stare attenti, soprattutto, che non prenda in uggia lo studio, per evitare che l’amarezza, se la risente fin da bambina, le perduri poi anche dopo questi anni informi. Il maestro deve essere raccomandabile per età, per condotta e per sapere. Non bisogna svalutare — come fossero di poco conto — quelle piccole cose senza le quali, però, non potrebbero esistere neanche le grandi. Insomma, non impari alla sua tenera età cose che dovrebbe poi disimparare. E difficile cancellare ciò di cui le menti ancora vergini si sono impregnate. La balia, anche lei, non deve essere una che alza troppo il gomito, un’impudica e chiacchierona; la bambinaia che le sta accanto sia modesta, e il suo precettore sia una persona posata.

domenica 25 giugno 2023

Marco, Capitolo 3, Versetti 31-35

E vengono sua madre e i suoi fratelli, e stando fuori lo mandarono a chiamare. E sedeva intorno a lui la folla e gli dicono: Ecco. fuori tua madre e i tuoi fratelli cercano te. E rispondendo disse loro: Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? E guardando all'intorno quelli che sedendo lo circondavano disse: Ecco mia madre e i miei fratelli: chi infatti farà la volontà di Dio, costui è mio fratello, e sorella e madre.

Crisostomo: Da ciò risulta manifesto che non sempre i suoi fratelli e sua madre erano con lui, ma poiché era amato vengono da lui per riverenza e affetto, aspettando fuori.

Beda: I fratelli del Signore vanno ritenuti non figli della sempre Vergine Maria, secondo Elvidio, né figli di Giuseppe da un'altra moglie, secondo alcuni, ma vanno piuttosto giudicati come congiunti.

Crisostomo: Un altro Evangelista invece (Gv 7, 5) dice che «i suoi fratelli non credevano ancora in lui», a cui conviene ciò che qui viene detto, che cioè lo cercavano aspettando di fuori; e secondo la loro intenzione il Signore non ne parla come di parenti, per cui segue: E rispondendo disse loro: Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? Non disse però ciò come rimproverando la madre e i fratelli, ma mostrando che sopra ogni parentela corporale occorre preonorare la propria anima: per cui convenientemente ciò veniva detto a coloro che si davano a questo parlare da vicini come a qualcosa di più utile della dottrina della salvezza.

Beda: Alla loro domanda sull'ufficio del verbo dissimula di uscire, non rifiutando l'ufficio di pietà della madre, ma mostrando di avere l'affetto più ai misteri paterni che a quelli materni. Né ingiuriosamente disprezza i fratelli, ma, preferendo l'opera spirituale alla parentela materiale, mostra che è più religiosa l'unione dei cuori che quella dei corpi.

Crisostomo: Con ciò Gesù mostra che bisogna onorare quelli che sono vicini nella fede più che tutti i consanguinei. In realtà uno diventa madre di Gesù predicando. Infatti chi lo infonde nel cuore di chi ode è come se lo partorisse.

domenica 4 giugno 2023

Marco, Capitolo 3, Versetti 13-19

E salendo su un monte chiamò a sé quelli che volle; e vennero a lui, e fece si che fossero dodici con lui per mandarli a predicare; e diede loro il potere di guarire le malattie e di scacciare i demoni, e impose a Simone il nome di Pietro, poi costituì Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, e li chiamò Boanerghes, cioè figli del tuono, e Andrea e Filippo e Bartolomeo e Matteo e Tommaso e Giacomo di Alfeo e Taddeo e Simone il Cananeo, e Giuda Iscariota, il quale anche lo tradì.

Beda: La loro chiamata all'apostolato non apparteneva alla loro scelta o ambizione, ma alla degnazione divina. Inoltre quel monte sul quale il Signore scelse gli apostoli designa l'altezza della giustizia nella quale dovevano essere istruiti, e che avrebbero predicato agli uomini. Girolamo: Oppure il monte è spiritualmente Cristo, dal quale fluiscono le acque vive, viene preparato il latte per la salvezza dei piccoli, viene riconosciuta la pinguedine spirituale e tutto ciò che viene creduto sommo bene è costituito per la grazia di questo monte. Quindi sul monte sono chiamati gli eccelsi nei meriti e nelle parole, affinché il luogo convenga agli altri meriti.

Segue: e vennero a lui, e fece si che fossero dodici con lui per mandarli a predicare. Girolamo: Infatti il Signore amò la bellezza di Giacobbe, affinché essi fossero sopra dodici troni, giudicando le dodici tribù di Israele, i quali anche in gruppi di tre e quattro giacciono intorno al tabernacolo del Signore, portando sulle spalle laboriose le sante parole del Signore.

Beda: Per figurare che in un altro tempo i figli di Israele erano accampati attorno al tabernacolo in gruppi di tre, così che da ogni parte le tribù rimanessero tre per quattro. Infatti tre volte quattro fanno dodici, e tale era il numero degli Apostoli che furono inviati per predicare, al fine di battezzare nel nome del Padre e del figlio e dello Spirito Santo tutte le regioni di questo universo composto di quattro parti.

martedì 23 maggio 2023

San Girolamo - Ministri Indegni

dalla Lettera 147


Nella misura in cui il vescovo che ti ha ordinato è degno di approvazione, tu sei tanto più odioso per aver preso in giro un uomo come lui. Di solito noi siamo gli ultimi a sapere i guai di casa nostra; magari i nostri vicini vanno già raccontando a tutti i vizi dei nostri figli e delle nostre mogli, e noi ne siamo ancora perfettamente all'oscuro. Tutta l'Italia sapeva il tipo che eri, e non c'era uno che non lamentasse il fatto che tu stessi davanti all'altare di Cristo. Avevi il fuoco addosso, e la voluttà ti trascinava ora in un senso ora in un altro perché eri continuamente in fregola, un lussurioso sfrenato…Che schifo! Non riesco ad andare avanti; ogni parola mi viene bloccata da un singhiozzo, e un misto di rabbia e di dolore mi serra la gola da sentirmi soffocare…Abbi pietà dell'anima tua, ti prego! Credi nel giudizio futuro di Dio e non dimenticare le virtù di quel vescovo che t'ha ordinato diacono. È strano, forse, che per quanto fosse un santo abbia potuto ingannarsi nella scelta d’un individuo? Non s'è pentito anche Dio d'aver unto re Saul? Tra i dodici Apostoli non s'è trovato un Giuda traditore?...A un certo momento ti butti alle mie ginocchia, e mi chiedi che ti risparmi - per dirla con le tue parole - di batterti a sangue. Non ti curi affatto, miserabile, del giudizio di Dio! Tu hai solo paura di me, come se fossi io l'incaricato di far giustizia!...T'ho perdonato, sì, lo confesso. Come cristiano cos'altro avrei potuto fare? T'ho esortato a far penitenza, a metterti addosso un cilicio e a cospargerti di cenere, ad andartene in un deserto per chiuderti in un monastero, e a meritarti la misericordia di Dio con lacrime continue…E tu? Infiammato dagli stimoli del serpente hai fatto di te stesso un arco di perversità per scagliare contro di me le frecce della maldicenza. Per averti parlato nella verità ti sono diventato nemico, vero?...Non c’è cosa che faccia più resistenza a Dio d’un cuore che non vuole pentirsi; è l’unica colpa che non può ottenere perdono. In realtà, chi smette di fare peccati, malgrado abbia commesso peccato viene perdonato; chi prega riesce a piegare il giudice; chiunque rifiuta di pentirsi, invece, provoca la collera del giudice…Anche tu potrai riacquistare la vista se ripeterai lo stesso grido (“Figlio di Davide, abbi pietà di me!”) e se, una volta chiamato da lui, getterai via i tuoi sporchi vestiti. Quando fra i gemiti ti convertirai, sarai salvo, ed allora ti renderai conto in quale stato ti trovavi.

domenica 9 aprile 2023

San Girolamo - La Pasqua

dalle Omelie per il giorno di Pasqua. 


«Questo è il giorno che ha fatto il Signore: esultiamo e rallegriamoci».Allo stesso modo che Maria, vergine e madre del Signore, tiene il primo posto fra tutte le donne, così a confronto con gli altri giorni questo è madre di tutti gli altri.. Quello sbarramento del paradiso, difeso dalla spada infuocata, che finora nessuno aveva potuto aprire è stato oggi sfondato da Cristo col ladrone e quelle porte una volta aperte non si chiuderanno mai più ai credenti. Dal momento della passione del Signore fino ad oggi quella porta è sempre chiusa e nello stesso tempo aperta: chiusa per i peccatori e i non credenti, aperta per i giusti e i credenti. Vi è passato Pietro, vi è passato Paolo, vi sono passati tutti i santi e i martiri, vi passano ogni giorno da tutto il mondo le anime dei giusti. Le porte sono due: la porta del paradiso e la porta della Chiesa. Attraverso la porta della Chiesa entriamo in quella del paradiso.

venerdì 17 marzo 2023

Marco, Capitolo 1, Versetti 40-45

E venne a lui un lebbroso pregandolo, e in ginocchio e gli disse: Se vuoi, puoi mondarmi. Gesù avendo pietà di lui, stese la sua mano, e toccandolo gli disse: Lo voglio, sii mondato. E avendo detto ciò, subito la lebbra lo lasciò e fu guarito. E ammonendolo severamente lo rimandò e gli disse: Vedi di non dirlo a nessuno, ma va, e mostrati al principe dei sacerdoti, e offri per la tua purificazione ciò che Mosè ha ordinato a testimonianza per loro. Ma quello, uscito, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori in luoghi deserti, e accorrevano a lui da ogni parte.

Agostino: Di questo lebbroso mondato Marco ricorda cose tali da farlo identificare con quello che Matteo dice fu mondato quando il Signore discese dopo il discorso della montagna. E poiché il Signore dice (Mt, 17): «Non sono venuto ad abolire la la legge, ma a portarla a compimento», colui che ha escluso dalla legge, pensando che sarebbe stato guarito dal potere del Signore, indicò che la grazia che poteva lavare la macchia del lebbroso non veniva dalla legge, ma da sopra la legge. In verità, come nel Signore viene dichiarata l'autorità del potere, così in lui la costanza della fede; segue infatti: e in ginocchio e gli disse: Se vuoi, puoi mondarmi. Si gettò con la faccia a terra, il che è segno di umiltà e pudore, affinché ciascuno si vergogni delle macchie della sua vita, ma la vergogna non impedì la confessione: mostra la ferita e chiede il rimedio; e la stessa confessione è piena di religione e di fede: infatti attribuisce il potere alla volontà del Signore.

Beda: Lo toccò anche per provare che non poteva essere contaminato colui che liberava gli altri. Inoltre è mirabile il fatto che egli lo guarì nel modo in cui era stato pregato. Se vuoi, aveva detto il lebbroso, puoi mondarmi; egli disse: lo voglio, e qui hai la volontà; sii mondato, e qui hai l'effetto della pietà.

Crisostomo: I Salvatore manda costui dal sacerdote per la prova della guarigione, e affinché questa non avvenisse al di fuori del tempio, ma venisse computata nella preghiera con il popolo. Lo manda anche per adempiere la legge, e così chiudere la bocca malevola dei Giudei. Così compì l'opera lasciandone ad essi la prova. Beda: Affinché cioè il sacerdote comprendesse che egli era stato guarito non nell'ordine della legge, ma per la grazia di Dio al di sopra della legge.

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